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La Tv fagocita anche il web?

Per anni, in ambito comunicativo, ci siamo sentiti dire due cose. La prima riguardava il rapporto tra TV e giornali. La carta stampata veniva accusata di dare troppa importanza alla televisione, parlandone troppo, e diventandone, in qualche modo, megafono.

La seconda cosa, invece, riguardava il web, la rete, e la televisione. Per anni il mantra è stato che la “rete avrebbe ucciso la televisione”, che la televisione era morta, che sarebbe soltanto dovuto passare qualche anno.

La realtà, ad oggi, appare diversa. La televisione va verso il web, nel senso che i televisori del futuro saranno le cosiddette connected tv. Ma soprattutto, mi sembra che a volte, il web sia comunque anche esso “fagocitato dalla televisione”.

L’altro giorno su Facebook Fabio Chiusi  mostrava un’immagine dei TT di Twitter. Erano invasi dai cosiddetti film natalizi, insomma, dalla tv “festaiola” delle vacanze. E lamentava un eccessivo disimpegno di chi utilizza twitter qui da noi. In realtà, non è tanto il disimpegno eccessivo il focus del problema. Il fatto, certificato da noi qui più volte, è che ogni sera la tv fagocita i TT italiani. Come del resto succede negli Stati Uniti.

Infatti, ieri sera ai vertici dei TT c’era #Presadiretta, la trasmissione di Rai Tre condotta da Iacona, che era dedicata proprio alla primavera araba. Il problema, se di problema si può parlare, quindi, è che la TV rimane il centro del nostro universo comunicativo, e anche i Social Network ne fanno da amplificatore.

Va anche detto che Facebook prima, e twitter oggi, mantengono invece una profonda capacità di penetrazione dei giornali online e dei giornali cartacei. La sfida, quindi, è vedere se in un futuro prossimo il web, soprattutto attraverso i social network sarà in grado di scalzare la televisione dal ruolo centrale che occupa nel nostro mondo dei media.

Ma non sarà impresa facile

Il secondo schermo

E’ una pratica sempre più diffusa. Non solo negli Stati Uniti, ma anche nel nostro paese, ormai. Stiamo parlando del vedere la televisione interagendo anche con altri supporti tecnologici: Laptop, smartphone, pc.

Lo chiamano secondo schermo, secondo rispetto a quello “classico” della televisione. Solo che questo “schermo secondario” sta cambiando il modo di guardare la televisione. E mentre il sistema americano, storicamente più reattivo, si adegua velocemente, in Italia si fa molta, molta più fatica ad adeguarsi ai cambiamenti.

Secondo molti studi la visione della televisione è “disturbata” dalla presenza di questi altri device cosa che, di fatto, rende quasi inutili i famosi spot televisivi. I telespettatori, infatti, posizionano la loro attenzione sugli altri device nel momento stesso in cui parte lo spot. E questo, già ora negli Usa, ma presto anche da noi, porterà a riconsiderare sia i budget pubblicitari, che saranno rimodulati a favore del web, sia sul concetto stesso di pubblicità televisiva e all’uso massiccio di questo tipo di campagne.

Proprio per cercare di recuperare una parte dell’audience distratta HBO ha datoMe vita a Connectun applicazione di Social TV che ha l’obbiettivo di creare un’esperienza Social intorno agli show più importanti del canale via cavo.

HBO cerca, sostanzialmente, di creare valore aggiunto alla visione dei suoi programmi, in diretta e in replica, cercando di non regalare la conversazione sui propri contenuti completamente a terzi (facebook, twitter)

In Italia i nostri broadcaster sono assolutamente in ritardo, forse anche per il ritardo degli investitori pubblicitari. Da segnalare, tra tutti, il “cosmico” ritardo di Mediaset, che vede nel web il suo nemico numero uno. Mediaset ha una presenza scarna sui social network, e non sembra voler mettere in piedi nessuna strategia per creare valore aggiunto ai suoi programmi. L’unico esperimento di questo tipo Human Take Control, contrassegnato da una forte presenza web, è andato in malora dopo pochi giorni per i catastrofici risultati del serale.

Qualcosa in più, sicuramente, sta facendo la Rai. Sia con la recente APP Rai Community, sia con una presenza web costante e partecipata.

Storicamente moderno anche l’approccio di La7, che vedeva in EXIT la sua punta più avanzata, e che ora è chiamata ad un nuovo sforzo in vista sia dell’arrivo di una “stella” come Saviano, sia per il “sussuratto” arrivo di Michele Santoro. Forse, l’unico conduttore, l’unico personaggio televisivo, in grado di creare un “network” nuovo all’interno della comunicazione integrata tra WEB e TV nel nostro paese.

Social Tv e Ballarò: nuovo boom di tweet. E’ un modo diverso di vedere la tv

Anche ieri sera, come era prevedibile dopo i risultati elettorali sorprendenti delle amministrative, Ballarò è stato accompagnato dal solito diluvio di tweet.

Già pochi minuti dopo l’inizio la trasmissione di Floris era nella classifica delle tendenze della conversazione sul servizio di microblogging (ottimi anche gli ascolti). E, piano piano nella classifica sono entrati anche gli ospiti, soprattutto quelli di destra: il presidente dei deputati del PdL Cicchitto e il governatore del Piemonte Cota.

Sotto questo punto di vista vanno fatte subito due osservazioni.

1) La prima è che, come direbbe Silvio Berlusconi, “Twitter è in mano alla sinistra“. Ovvero quasi la totalità dei tweet è “contro” gli ospiti di centro destra e schierato con il centrosinistra

2) Questo dato, oggettivo, potrebbe confermare l’opinione per cui i talk show politici non spostano voti, ma più che altro rafforzano le idee che il telespettatore ha già. Insomma, chi vede Ballarò è di sinistra, e cerca conferme alla sua idee.

3) Ormai possiamo parlare di vera e propria “experience” per quanto riguarda la social Tv. Infatti, più di un utente scrive di “non aver potuto vedere la trasmissione” e che l’avrebbe rivista il giorno dopo su Internet, per  rileggersi poi tutti i tweet. Parlano apertamente di “rivivere l’experience”

4) Si sta creando una comunità Al termine della trasmissione in molti salutano gli altri utenti. “Buonanotte” in molti tweet di fine serata. E qualcuno incita a proseguire la visione collettiva: “Facciamo zapping: tutti su Parlaconme”

5) In tutto questo i broadcaster, per ora, si stanno facendo completamente tagliare fuori. In Italia, ovviamente. Perché negli stati uniti, per esempio, parte della conversazione online sui programmi televisivi è mediata da alcune applicazioni che impareremo a conoscere, come Miso o GetGlue. Questi servizi permettono, un po’ secondo quello che è lo stile di Foursquare, di fare una sorta di Check-in per segnalare la propria presenza davanti ad un determinato programma. Ebbene negli usa, secondo quanto riportato dal corporate blog di GetGlue ( e rilanciato in Italia da Next-tv), durante la prima serata il 20% dei tweet dedicati alla tv, sono generati tramite GetGlue. Questo ha determinato, ovviamente, una grande crescita del servizio medisimo, che può avvalersi di una montagna di dati che riguardano gli utenti che effettuano il chek-in. Ovviamente tutto ciò ha un valore commerciale non indifferente. E non è un caso se tra i partner commerciali di GetGlue ci sono proprio due broadcaster generalisti e molti canali pay statunitensi.

Social tv: il predominio di Twitter

Non c’è dubbio alcuno. Se c’è un campo nel quale Twitter si sta prendendo la sua rivincita su Facebook è sicuramente quello della social tv.

Questo riguarda in special modo due aspetti specifici: gli avvenimenti in diretta, e i talk show politici.

Infatti, non appena parte un programma come Ballarò o Annozero, vediamo come a poco a poco i nomi degli ospiti inizino a scalare i “trend” italiani del sito di microblogging.
Difficilmente succederebbe altrettanto per un film su Canale5 o su Italia 1.

Giovedì questo fenomeno è stato abbastanza evidente. Non appena è iniziata la puntata della trasmissione di Santoro il nome della Santanché, ospite della trasmissione del giovedì di Rai Due, ha rapidamente scalato la classifica dei Trend italiani, fermandosi solo davanti al “fenomeno” #morattiquotes.

Certamente poco benevoli i commenti dedicato all’ex candidata di palazzo Chigi de “La Destra” di Storace. Un numero enorme di Tweet per la Santanché, tweet che sono durati per giorni a causa della clamorosa gaffe del sottosegretario che ha scambiato la bandiera di Freedom Flottilla con quella di Hamas. (qui il diluvio di tweet per la Santanché (alcuni irripetibili, altri carini “la Santanchè ha partecipato al provino per il sequel del “Esorcista”, ma ha terrorizzato il regista“)

Ma a diventar trending non è stata solo la Santanché ma anche Celentano e Casini.

Tweet, Retweet, risposte incrociate, tutto il mondo di Twitter è stato invaso dalla diretta della trasmissione di Rai Due rendendo ancora una volta collettiva e interattiva una azione, quella di guardare la televisione, che fino a poco tempo fa era ritenuta “passiva” e “unidirezionale” da tutto il mondo della comunicazione.

La Social tv ha il merito di aver ribaltato questa condizione. Ora tocca ai broadcaster capire come sfruttare questo cambiamento.