Agorà in prima serata: un passo avanti per la social Tv

La morte di Steve Jobs è stato sicuramente un evento importante, che commosso molti ma che, soprattutto, ha avuto un’incredibile rilevanza mediatica.

Per la prima volta nella sua storia, o almeno a me pare che sia così, la Rai, la televisione pubblica, ha deciso di dedicare una sua prima serata ad un evento molto importante, ma assolutamente legato all’innovazione, alla rete, ad internet, alla tecnologia.

Argomenti che certamente non sono il pane quotidiano per l’italico telespettatore italiano di prima serata. Infatti gli ascolti non hanno premiato la scelta: un 4,15% di share che non fa giustizia all’impegno di chi l’ha organizzata in così poco tempo.

Ma non è questo di cui vogliamo occuparci. Vogliamo parlare non del programma stesso, andato in onda in Tv, ma di quello che è accaduto fuori dal programma.

Ovviamente, come succede tutte le sere, su Twitter si è ampiamente discusso della trasmissione, in diretta. Anzi, ieri sera c’era una parte dell’audience dei social network che si occupava anche di Piazzapulita.

Insomma, oltre alla sfida degli ascolti, ampiamente vinta dal programma di Formigli, c’è stata quella sui social network. Difficile decretare un vincitore unico. Diciamo che in quantità ha stravinto Agorà, in qualità, in apprezzamento, Piazza Pulita. (Da notare che è praticamente sparito dai tweet StarAcademy. 5,38% prossimo alla chiusura, credo).

Ma torniamo allo speciale Agorà. Ovviamente una trasmissione che si occupava comunque di temi legati all’innovazione, non poteva non attirare l’attenzione di una grande parte della comunità dei social. Infatti, in moltissimi l’hanno commentata, e in maniera negativa. Troppi ospiti, troppi presenzialisti, troppo show, troppi commenti fuoriposto. Ovviamente l’argomento da trattare era rischioso. Perché OVVIAMENTE la Rai non poteva fare un programma per Geek in prima serata, ma dall’altra parte ha snaturato un programma televisivo, trasformandolo in un programma che, paradossalmente, avrebbe trovato la sua casa naturale su una webtv, o sul sito della RAI.TV. Insomma, ancora non mi sembra si sia trovato il giusto modo, il giusto compromesso tra i due mondi ( e chi lo farà, farà probabilmente bingo)

Il paradosso più divertente della trasmissione, però, è stato un’altro. E qui arriviamo propriamente a parlare di Social Tv. Infatti molti degli ospiti di Agorà, sono degli abituali utilizzatori di Social Network, Twitter compreso: Riccardo Luna, Luca Sofri, Alessandro Gilioli, Giulia Innocenzi, ma anche lo stesso Antonio Sofi, o Diego Bianchi.

Il Paradosso consisteva nel fatto che i protagonisti della trasmissione in video, commentavano – difendendola nel caso di Sofri, o attaccandola nel caso di Alessandro Gilioli – la trasmissioni di cui facevano parte. Fino al punto in cui quel geniaccio di Diego Bianchi non ha letto in trasmissione un tweet di Gilioli che commentava – in un linguaggio più da web che da “prima serata tv”, quanto detto pochi minuti prima da Antonio Palmieri, colui che da sempre nel centrodestra berlusconiano si occupa di rete.

(A Palmieri voglio bene, ma il forfettone del governo per ricordarsi Steve Jobs no cazzo no #Agorarai #Agorà)

Quindi avevamo:

– La trasmissione propriamente detta.
– Il “commento live” che gli utenti di twitter fanno ogni sera di alcune trasmissioni
– I Tweet in diretta dei protagonisti della trasmissione sulla trasmissione stessa di cui erano protagonisti
– Il commento in studio dei tweet che gli stessi protagonisti avevano lanciato in rete.

Bellissimo. Se organizzato meglio diventa un must della televisione. (ma forse un po’ complicato per la signora Maria davanti alla tv)

Forse è stato un caso, ma si è costruito un pezzetto di futuro. E un caso che può fare scuola.

Sarà un caso che si parlasse di Steve?

(i tweet di ieri sera su #agorarai)

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